Il quadro d'insieme di Filippo Mammoli

Sul greto del Bisenzio, a Prato, viene inscenato un delitto macabro e spettacolare, che rievoca una leggenda medievale legata alla reliquia della Sacra Cintola. Chiamato a indagare, Marcello Tarantini, capo della Squadra Mobile, vede subito la situazione complicarsi quando viene scoperto un altro omicidio che pare rappresentare il quadro di un'artista neocaravaggista di cui nessuno conosce la vera identità. Tra pettegolezzi che aleggiano intorno all'ambiente della Chiesa e simboli misteriosi tatuati sul corpo delle vittime, Tarantini dovrà affidarsi come non mai alla sua squadra, potenziata per l'occasione con l'innesto di una profiler. E mentre l'indagine si sposta sul piano dei social media e delle tecnologie informatiche, anche grazie al contributo della nuova arrivata, dall'unione di due tragedie dimenticate emergerà il quadro d'insieme che affonda le sue radici in un oscuro passato.
Recensione
Con il romanzo "Il quadro d'insieme" Filippo Mammoli prende spunto da fatti di cronica reali per costruire una storia dominata da un senso di giustizia precario e da un dolore troppo forte per essere solo gridato, affidando al silenzio una sofferenza seppellita dal ricordo che in maniera quasi ipnotica stordisce una narrazione che gravita nel passato e nel presente.
Il protagonista è ancora una volta il commissario Marcello Tarantini, un uomo istintivo e impulsivo coinvolto questa volta in un indagine davvero complicata che metterà alla prova la sua capacità di autocontrollo; sempre in lotta contro tutto e tutti di fronte ad un omicida che usava la realtà come una tela sarà infastidito soprattutto dalla sensazione di essere stato preso in giro da un nemico subdolo, capace di muoversi nell'ombra e muovere le fila senza scrupoli.
La capacità stilistica dell'autore permette di rendere lineare lo sviluppo della trama riuscendo ad assecondare in maniera fluida un indagine che, nelle specifiche dei tecnicismi, rischiava di diventare troppo pesante e poco incline a mantenere alta l'attenzione; dosando bene ritmi narrativi frenetici con parti più dedicate all'introspettiva caratteriale dei personaggi, mediante un dialogo incisivo e descrizioni senza filtro, l'autore permette al lettore di percepire quel senso di disagio e d'impotenza che contagia i protagonisti alle prese con delitti efferati e da una certa angolatura spettacolari che mascherano la loro natura attraverso la simbologia e l'arte.
Dopo che l'autore alla fine rivelerà quella verità rimasta sospesa fino all'ultima pagina si riuscirà finalmente a mettere il punto ad una storia dove furto, tradimento e vendetta saranno motivi che scuotono una sete di giustizia che sembrerebbe però solo in parte appagata, un racconto che confonde con tanta "durezza" per mascherare una fragilità empatica ( espressa anche in Tarantini) che colpisce il lettore coinvolto in prima persona e chiamato in causa per giudicare quel confine tra moralità e potere.
Ringrazio come sempre per la fiducia Filippo Mammoli ( che seguo da tempo con stima e amicizia ) a cui vanno i miei complimenti sinceri per una romanzo tanto avvincente quanto profondamente complesso nel quale affronta tematiche delicate con giudizio e con una sincerità che da sempre caratterizza le sue opere: la profondità del libro, oltre a suscitare sentimenti contrastanti, riflette l'intimità dell'autore che sviluppa la storia vincolando la sua forza empatica al protagonista che manifesta la stessa voglia di restituire giustizia ad una tragedia tristemente dimentica.

Filippo Mammoli è nato a Prato il 5 agosto del 1972. Come ingegnere elettronico, è responsabile dello sviluppo software di un'azienda fiorentina che lavora nel settore del controllo qualità tramite machine vision.
La passione per la scrittura inizia dalla poesia, con cui si cimenta fin dall'età di vent'anni.
Ottiene premi in concorsi letterari e pubblicazioni nell'antologia del concorso "Daniela Pagani" indetto dal C.A.L.C.I.T. Chianti fiorentino nel 2004.
Nel 2005 pubblica un'altra poesia nell'antologia "I segreti di Pulcinella" edita da Giulio Perrone.
Nel 2016 pubblica in self publishing il mio primo romanzo dal titolo "I casi del destino".
Nel 2018 il suo racconto "Purezza" è stato inserito nell'antologia "Racconti toscani" edita da Historica edizioni.
Nel 2019 ha visto la luce il thriller "Oltre la barriera" pubblicato da Dark Zone edizioni con cui ha partecipato al Salone del libro di Torino.
Sempre nel 2019 è uscito, per la Jolly Roger edizioni, il giallo dal titolo "Il bosco delle more di gelso".
A giugno del 2020 pubblica, per la Dark Zone edizioni, una raccolta di racconti noir dal titolo "Sospesi sul nulla".
Nel dicembre 2021 è uscito il thriller "Le farfalle dell'Elba", edito da Dark Zone edizioni.
A maggio 2023, in occasione del Salone del libro di Torino, è uscito per Dark Zone edizioni il thriller dal titolo "Due passi all'inferno" che a settembre dello stesso anno si è classificato sesto al concorso "Giallo Trasimeno".
Sempre con la Dark Zone edizioni, a maggio 2024, è stato pubblicato il thriller "Eclissi totale".