Il nido del pettirosso di Lorenzo Sartori

Ad Alveno, paese di poche anime tra i monti del Trentino, Alice ha lasciato i ricordi più belli e anche i più atroci. Dopo alcuni anni di assenza, sta andando lì con gli amici di sempre. Sono in macchina, diretti al Nido del Pettirosso, l'albergo che i suoi genitori gestivano quando lei era ancora una bambina e che ora sua madre Laura ha deciso di vendere per lasciarsi alle spalle i tragici eventi accaduti nei dintorni. Undici anni prima, infatti, sua sorella Sara era stata ritrovata morta in fondo a un burrone: come siano realmente andate le cose resta un mistero ma la sua famiglia, nel frattempo, è andata in pezzi.
L'indomani, Laura riceve una telefonata dalla polizia: l'auto su cui viaggiava Alice è finita in una scarpata; lei e un suo amico si sono allontanati per chiedere aiuto e da quel momento nessuno ha più avuto notizie di loro. Laura si precipita sul posto per seguire le indagini, portate avanti dall'agguerrita ispettrice Valenti. Possibile che la montagna voglia prendersi anche l'unica figlia rimastale?
Tutte le paure e i dubbi del passato si riaffacciano come ospiti indesiderati dalle finestre delle stanze ormai vuote del Nido del Pettirosso: che fine ha fatto Alice? La sua scomparsa è legata in qualche modo alla morte di Sara? Riusciranno Laura e l'ispettrice Valenti a ritrovare la ragazza prima che accada di nuovo l'irreparabile?
Recensione
Lorenzo Sartori ha scritto un thriller psicologico dove un ansia continua e crescente partecipa ad accrescere il desiderio del lettore che cerca di capire e comprendere senza distogliere l'attenzione ad una storia costruita su un organismo narrativo logico, diviso tra realtà presente ed inquietudine passata, che si concentra principalmente su dramma e crudeltà.
La protagonista è una madre forte e combattiva che, dopo aver cercato di sopravvivere al meglio al suo dolore, si ritrova a confrontarsi di nuovo con un senso d'angoscia provocato da paure e cattivi pensieri per un destino che tragicamente rischiava di ripetersi.
L'autore con equilibrio stilistico sceglie di ambientare la sua storia in un piccolo paesino per facilitare l'isolamento e la diffidenza lasciando dettare i ritmi narrativi alla montagna che, tra silenzi che ammutoliscono e lamenti che facevano eco al passato, sembrava proprio non aver dimenticato legando drammaticamente due sorelle forse ad uno stesso destino.
Nel libro la tensione narrativa è mantenuta alta, oltre che da luoghi e atmosfere cupe a volte soffocanti, grazie anche alla costruzione psicologica dei protagonisti analizzati dall'autore nella loro evoluzione per sviluppare il trauma e la sua elaborazione, nella necessità di abbracciare un dolore personale per cercare e raggiungere una verità che avrebbe liberato e soprattutto restituito la possibilità di tornare a vivere.
Colpi di scena, che giocano sulla paura e l'inquietudine, insieme a fragilità umane e morali trascinano chi legge in una storia fortemente segnata dall'angoscia dove emerge tutta quella cattiveria umana, espressa in gelosia e vendetta, in un epilogo fortemente concitato che riesce solo in parte a restituire speranza e fiducia.
Complimenti sinceri a Lorenzo Sartori che, con uno stile espresso attraverso una scrittura "cinematografica" (capace di essere precisa senza essere "troppo" didascalica), "impegna" con una storia che scandaglia la psiche umana attraverso salti temporali che coinvolgono personaggi, alcuni identificati e altri invece sradicati dal contesto, tutti in cerca di collocazione in un dramma corale dove misteri e sofferenze reclamano, più che turbamento, compassione da parte del lettore per confrontarsi al meglio poi con pregiudizio e malvagità che avevano alimentato quella parte più oscura dell'animo umano.


Lorenzo Sartori
Vive tra Crema e Milano. Giornalista e studioso di storia militare, è uno tra i maggiori divulgatori del wargame in Italia e all'estero. Dal 2000 è editore e direttore della rivista «Dadi&Piombo» nonché autore di regolamenti di gioco apprezzati in tutto il mondo. La sua produzione letteraria spazia dal fantasy al thriller passando per la fantascienza. In ambito noir, ha pubblicato, tra gli altri, Il filo sottile di Arianna (Laurana Editore, 2021), tradotto all'estero, vincitore del Premio NebbiaGialla 2020 e finalista al Premio Garfagnana in Giallo 2021. Dal 1999 si occupa di organizzazione di eventi e dal 2018 è direttore artistico del festival letterario Inchiostro di Crema. Dal 2022 dirige anche Tremosine in giallo, sul Lago di Garda.